martedì 15 settembre 2009

Intervento di Laura Petrone al CPN del PRC - 12 /13 settembre 2009

La situazione esplosiva in cui versa il Paese con la deriva antidemocratica che sta vivendo, con la crisi economica che non si è ancora pienamente manifestata nei suoi aspetti più drammatici dal punto di vista sociale, fanno sì che la ri-costruzione di un Partito Comunista in Italia sia una necessità non più rimandabile.
Lo stato in cui versa il PRC col tesseramento al 40%, con la situazione economica che sta vivendo, con l’organizzazione ai minimi termini e il conseguente azzeramento dell’iniziativa politica in moltissimi territori, non sono soltanto il frutto di alcune sciagure che ci sono piombate addosso. È un vuoto di direzione politica quello che scontiamo, è la mancanza di chiarezza e di volontà di affrontare i nodi veri della discussione. La scelta del Segretario nazionale di rimandare la discussione su due questioni affatto secondarie, come il Congresso della CGIL e le prossime Elezioni regionali. È proprio in questo vuoto che si alimenta il disorientamento nel corpo del Partito. Sono d’accordo che non basta stare fuori ai cancelli delle fabbriche ad esprimere la solidarietà che meritano i lavoratori in lotta, ma come si fa ad assolvere al nostro ruolo storico se non si sciolgono questi nodi e non si fa la dovuta chiarezza all’interno dei luoghi democratici del Partito?! Come si fa a diventare punto di riferimento dei lavoratori se non siamo in grado di esprimere una proposta politica chiara anche sul terreno sindacale? Credo che saremo destinati a rimanere fuori a quei cancelli se non saremo in grado di determinare i rapporti di forza interni al Sindacato. L’isolamento voluto della CGIL pone milioni di lavoratori in un disagio che, ad oggi, non siamo in grado d’intercettare. E mentre l’ipotesi di cogestione delle aziende viene liquidata, Epifani bussa alla porta di Confindustria e la FIOM viene letteralmente cacciata dal tavolo delle trattative di Federmeccanica perché ritiene la sua piattaforma “non negoziabile” (circostanza che mette a rischio uno degli ultimi baluardi di resistenza all’interno del Sindacato), il nostro Partito assiste incapace di sostenere efficacemente le posizioni più avanzate. Occorre urgentemente ricostruire una nostra politica sindacale che possa rimetterci in campo in tutte le realtà lavorative e sociali del Paese.
Ritrovo ancora assenza di chiarezza nell’ipotesi di Federazione, che è stata avanzata dal Segretario nazionale prima fuori dagli organismi dirigenti del Partito, e, sebbene egli sia stato chiaro nello sfatare eventuali ipotesi di superamento o scioglimento del PRC nell’immediato, non lo è stato altrettanto sulle regole e sui soggetti da coinvolgere, che a mio avviso sono innanzitutto le formazioni comuniste alla nostra sinistra. La Federazione rischia di essere declinata in modi differenti sui territori in base più agli equilibri interni che ad un reale progetto politico. Rivolgo la massima preoccupazione naturalmente allo stato di salute del Partito perché, parallelamente alla costruzione della Federazione, occorre mettere in campo un’idea e una pratica di rilancio del PRC che non c’è.
Affronto due ulteriori questioni. Sull’ipotesi di governo istituzionale a termine, sebbene la proposta porrebbe il Partito a riparo in una eventualità che, francamente, non vedo alle porte, la caduta del Governo Berlusconi, penso che essa vada inquadrata nella battaglia complessiva di opposizione del PRC. Occorre lanciare una forte campagna di tenuta democratica per difendere le istituzioni e la libertà in questo paese e, solo in nome di questa, credo si possa anche parlare a soggetti politici lontani da noi.
In ultimo, ho sempre invocato la gestione unitaria del Partito quando la mia componente era all’opposizione interna, sono favorevole anche ora ma sempre nella chiarezza delle posizioni e della linea del Partito. L’ingresso dei Compagni della Mozione 2 in Segreteria non azzera le differenze politiche, che rappresentano sempre una risorsa, anche perché il pluralismo non è unanimismo. Mi auguro tuttavia che si facciano tutti gli sforzi possibili per la completezza di questa unità come base per la salvaguardia e il rilancio della Rifondazione Comunista.

3 commenti:

  1. ... "difendere le istituzioni e la libertà in questo paese..."!? Le "istituzioni" borghesi e la "libertà" capitalistica di sfruttare la forza-lavoro???: ma come ti sei ridotta Laura?

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  2. caro compagno Sami, non capisco il tuo commento. Per favore potresti chiarirti? Credo che l'intervento di laura sia condivisibile e anzi, indichi una riflessione che non trascura i destini collettivi in nome di quella che Marx avrebbe chiamato ideologia. Le libertà e le isituzioni a cui fa riferimento la compagna sono state scritte dai nostri compagni della resistenza, che imbracciarono, loro si, il fucile per poi provare a costruire un altro paese. Non credo che il "tanto peggio tanto meglio" apparenga alla nostra tradizione, ma forse dovremmo interrogarci su quale è la tradizione a cui "noi" apparteniamo.

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  3. sulle istituzioni potremmo discutere ma mi chiedo perchè un compagno declini il concetto di libertà nell'accezione imposta dai padroni. riappropriamoci di quel concetto perchè è proprio dei comunisti

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