mercoledì 28 gennaio 2009

Comune di Napoli. Ferrero: Prc fuori dalla Giunta, dentro la società


di Giuliano Pennacchio


Nel capoluogo partenopeo Rifondazione non va al governo della città con Iervolino e “valuterà atto per atto” l’eventuale sostegno. Il ceto politico verso la scissione, ma la base resta con il Prc
NAPOLI - Dopo la tempesta dello scandalo Global Service, che ha visto indagati ed arrestati alcuni assessori della Giunta Iervolino ed il suicidio dell’assessore Nugnes vi è stato, agli inizi di gennaio, l’elezione di un nuovo esecutivo cittadino. Rifondazione Comunista ridefinisce il proprio rapporto con il centro-sinistra e lo fa alla presenza del segretario nazionale del partito Paolo Ferrero.
La conferenza stampa, convocata per oggi alle 11.30 presso la sala multimediale del Palazzo Comunale in via Verdi, ha visto la partecipazione, ovviamente, dei consiglieri comunali Fucito e Carotenuto, ma anche di altri rappresentanti istituzionali del PRC, a partire dall’Assessore regionale Corrado Gabriele e dal capogruppo alla provincia Mario Guida.
La delibera del Comune di Napoli sulla gestione del patrimonio abitativo ebbe la forte opposizione dei consiglieri comunali Fucito e Carotenuto, che chiesero una commissione di inchiesta sulla gestione degli alloggi pubblici da parte di Romeo, ma fino ad oggi negli echi di cronaca non vi è stata nessuna traccia di ciò. La denuncia dei consiglieri comunali è passata sotto silenzio.
A Napoli si è evidenziato una forte crisi della politica, determinata dall’esplosione della questione morale. Il partito di Ferrero aveva chiesto un forte segnale di discontinuità per recuperare il rapporto con la città. Nessun posto in Giunta ma alcuni punti qualificati di programma, tra cui il risanamento ambientale di Bagnoli con la rimozione della colmata a mare. Questo non è avvenuto e l’appoggio che il PRC darà alla Iervolino verrà valutato caso per caso. “Il Prc non è più in giunta a Napoli e non chiederà di entrare. Valuteremo atto per atto”, ha dichiarato Ferrero.Un ruolo da cerniera, quello che il PRC vuole esercitare tra le questioni sociali e l’amministrazione comunale.
Si è chiuso un ciclo di governo della città; da più parti si richiede la riapertura di una discussione per ricostruire un’alternativa. Riaprire uno spazio pubblico con le forze sociali e culturali partenopee per rimettere a tema la trasformazione della città. Il governo degli enti locali non può tener conto della crisi economica in atto. Nei Comuni non è indolore se si attuano politiche che impediscono l’innalzamento delle tariffe pubbliche o che mantengano i beni comuni sotto il controllo dell’ente, scongiurandone la privatizzazione.
La discussione a Napoli sull’esperienza della Giunta di centrosinistra risente, ovviamente, della scissione dal PRC di parte dei sostenitori di Vendola, che si sta consumando in queste ore. Dal partito di Napoli se ne vanno l’assessore comunale Riccio, il segretario provinciale De Martino e quello regionale De Cristofaro. Il segretario nazionale, dopo aver puntualizzato che “non è una emorragia, è una scissione”, ha poi aggiunto che questa scelta di una parte dell’ex mozione due “indubbiamente indebolisce il Prc. Ed è per questo che è una scissione sbagliata”. D’altro canto, secondo Ferrero, “la nostra collocazione politica attuale ci consente però di avere un profilo chiaro” e, oltretutto, “La nuova formazione [di Vendola ndr. ] non ha alcuno spazio, cerca di costruirne uno artificialmente. Qualcuno, infatti, già fa il tifo per D'Alema segretario...”.
Tornando a Napoli, l’esodo da Rifondazione riguarderà un ceto politico ristretto, ma non la base. La stragrande maggioranza degli iscritti, quasi tutti gli ottanta Circoli della federazione napoletana si sono infatti espressi per la continuazione dell’esperienza di Rifondazione Comunista.
Un percorso politico che vuole coniugare la lotta per i diritti sociali con quelli civili; continuando e rinnovando il processo della rifondazione comunista, dal basso a sinistra.

Fonte: Dazebao

Nessun commento:

Posta un commento