mercoledì 28 gennaio 2009

Migliore: un addio definitivo al Prc. Pegolo: scelta sbagliata e perdente

di Alessandro Cardulli
“La scelta di lasciare Rifondazione è stata compiuta con l’assemblea di Chianciano.” Gennaro Migliore che ha “gestito” la parte politica dei lavori, quella conclusiva in particolare, chiude la porta a diverse interpretazioni sulla nascita e sul significato del “ Movimento politico per la sinistra”. Taglia la testa al toro l’ordine del giorno sottoscritto da chi ha aderito al neonato soggetto approvando la relazione di Nichi Vendola e votando per i dieci coordinatori provvisori, cinque uomini e cinque donne.

“Io – sottolinea l’ex capogruppo alla Camera – non ho mai parlato e non parlo di scissione, una parola che preferisco non usare. Non cerchiamo la contrapposizione con Rifondazione. Semplicemente abbiamo avvertito, sentito viva l’esigenza di sperimentare nuove forme politiche, fuori dal partito, che riteniamo più consone e più efficaci per la costruzione di un nuovo soggetto politico della sinistra. Il nostro impegno è volto a costruire un nuovo spazio politico. Per questo, da subito, portiamo il dibattito nei territori. Anche per quanto riguarda le prossime elezioni – conclude – non ci mettiamo contro il Prc, ma, in positivo, ci rivolgeremo a tutti coloro che condividono il percorso che ci deve portare ad una nuova forza della sinistra”.
Giunge la prima risposta da Rifondazione che, stamani, ha riunito la segreteria, del resto già convocata. Gianluigi Pegolo, che nella segreteria ricopre l’incarico di responsabile dell’area Democrazia e Istituzioni, ritiene “sbagliata, perdente” la scelta compiuta e che – afferma – “ha trovato oppositori non solo fra coloro che, pur facendo parte della mozione due, avevano sottoscritto l’appello contro la scissione, prendendo la parola all’assemblea di Chianciano per spiegare le ragioni per cui rimanevano nel partito. Dubbi e preoccupazioni – prosegue l’esponente del Prc –sono state espresse anche nei due giorni di dibattito, tanto che il documento predisposto per raccogliere le firme di chi intendeva lasciare il Prc, è stata accantonato e sarà portato alla discussione nei territori. Malgrado tutto ciò, la scelta di lasciare, di abbandonare il partito è stata definitivamente presa con la firma che i singoli partecipanti hanno apposto ad un ordine del giorno di adesione al nuovo “Movimento politico per la sinistra” e l’approvazione della relazione di Nichi Vendola. L’assemblea di Chianciano – conclude Pegolo – non è stata neppure in grado di definire il percorso e il punto di approdo di quello che dovrebbe essere il nuovo soggetto politico della sinistra. Proprio Vendola nelle conclusioni ha dovuto parlare di ricerca, sperimentazione di nuove forme, di approssimazione. Com’è noto in politica, in particolare in presenza di elezioni e, fra queste, quelle per il Parlamento europeo con la minaccia di sbarramenti, non ci si possono permettere approssimazioni sulla pelle delle persone. Noi opereremo a partire dalla campagna di tesseramento per difendere e rafforzare Rifondazione, anche a fronte delle lotte che devono essere portate avanti contro il governo delle destre e la Confindustria.”.
Rifondazione per la sinistra esiste ancora
Qualche equivoco si è creato anche a proposito dell’area congressuale “Rifondazione per la sinistra”. Nichi Vendola, concludendo i lavori, riferendosi al manifesto che aveva pubblicizzato il seminario, poi diventato assemblea, aveva annunciato che quella sigla non esisteva più. Il riferimento era al nuovo “Movimento politico per la sinistra”, tenuto a battesimo al Palazzo dei congressi della cittadina termale, dove già si era tenuta a fine luglio l’assise del Prc. Dal palco erano stati staccati i manifesti e diversi partecipanti all’assemblea se ne erano impadroniti. Alcuni si erano fatti siglare il manifesto proprio da Vendola. In realtà l’area non esisteva più ma solo per chi aveva deciso di lasciare il partito. Proprio i molti firmatari dell’appello contro la scissione non hanno alcuna intenzione, come avevano chiaramente annunciato quando hanno sottoscritto l’appello stesso, di abbandonare l’area “ Rifondazione per la sinistra”. Non c’era più Vendola con i “vendoliani”, ma l’area continuava ad desistere dentro il partito continuando la battaglia intrapresa al congresso. In un comunicato fanno riferimento a “pseudo notizie” circolate in relazione allo scioglimento dell’area. Notizie che, tuttavia, “non corrispondono alla realtà”. “ L’area congressuale “Rifondazione per la Sinistra” – afferma un comunicato – non solo non si è affatto sciolta, ma continua ad esistere ed a portare avanti le sue ragioni e la sua prospettiva politica dentro il Prc.
“A tal fine – si legge ancora nella nota – ha deciso di promuovere un incontro nazionale che si terrà sabato prossimo 31 gennaio a Roma, presso la sede della Federazione romana del Prc di via Squarcialupo 58, e che vedrà la partecipazione dei membri del Cpn dell'area medesima e di almeno un rappresentante dell'area per ogni federazione provinciale che ha firmato la mozione in tutto il territorio nazionale.” Puntualizza Augusto Rocchi, membro della Direzione del Prc, uno dei coordinatori dell’area Rifondazione per la sinistra: “In riferimento a quanto dichiarato oggi con una nota dal Movimento per la Sinistra, uscito dal Prc in merito al fatto che sarebbe inopportuno, per chi resta nel Partito e continua la sua battaglia nell'area Rifondazione per la sinistra, chiamarsi in questo modo, onde evitare di ingenerare “equivoci”, mi pare evidente che chi resta nel Prc resta per continuare la battaglia congressuale cominciata dalla mozione "Rifondazione per la sinistra" al congresso nazionale di Chianciano e dunque a rappresentare quest'area congressuale.”
“Non si capisce perché – prosegue – dovremmo cambiare nome. La mozione "Rifondazione per la Sinistra" è di proprietà dei 20 mila iscritti al Prc che l'hanno votata, non certo di chi decide ora di andarsene dal Prc per lavorare a un'altra ipotesi politica, legittima e che rispettiamo, ma che resta diversa da quella di chi ha deciso di continuare la propria battaglia politica restando dentro il Prc. D’altronde così era stato concordato in un incontro preparatorio del seminario di Chianciano. Nessuna intenzione strumentale, dunque, da parte di chi vuole continuare a chiamarsi "Rifondazione per la sinistra" ma un semplice dato di fatto: con gli stessi ideali e obiettivi con i quali abbiamo fatto il congresso, continuiamo la nostra battaglia dentro il Prc”. Contr’ordine compagni, come si diceva una volta: quel manifesto non è più una reliquia da portare a casa e mettere in cornice, magari con l’autografo di Vendola che, della mozione congressuale, era stato il primo firmatario. Insomma, la storia continua.
Fonte: dazebao.it

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