venerdì 30 gennaio 2009

Sciopero generale in Francia. 200 cortei e milioni di lavoratori contro Sarkozy

di Tommaso Vaccaro

Lo sciopero generale svoltosi oggi in Francia, ha portato in piazza un milione e mezzo di lavoratori del paese transalpino, contro le politiche economiche del governo e per la difesa dei salari e dei servizi pubblici. Disagi notevoli hanno riguardato soprattutto il settore dei trasporti e quello scolastico, con adesioni che in molti casi hanno toccato il 60% dei dipendenti. Ad astenersi dal lavoro soprattutto i professori della scuola pubblica, colpiti dalla pesante riforma di settore portata a casa dal governo di centrodestra.
Durissimi tagli sono previsti per l’istruzione, ma ciò che ha fatto ancor più imbestialire i docenti d’oltralpe, le limitazioni del diritto di sciopero e la decisione di trasformare le assunzioni a tempo indeterminato in striminziti contratti annuali. Difficoltà anche nel trasporto aereo, con la cancellazione di diversi voli, in banche, ospedali, uffici postali, tribunali e tv pubbliche.
La giornata di mobilitazione, indetta unitariamente dagli otto grandi sindacati, è culminata con oltre 200 cortei altamente partecipati che hanno percorso le vie delle principali città francesi. Un milione e mezzo di persone hanno sfilato a Parigi, Marsiglia, Lione ed in molti altri centri ancora.
In piazza, oltre agli insegnanti, anche infermieri e operai, con cartelli recanti la richiesta di aumenti salariali e tutela dei loro posti di lavoro, messi a rischio in una fase di crisi economica a cui il governo di Parigi non riesce a dare risposte adeguate, secondo quanto affermano i sindacati.
Alla partenza del corteo della Capitale, nel primo pomeriggio, Bernard Thibault della Cgt ha dichiarato come con un “milione e oltre di persone in piazza” siamo a livelli altissimi di adesione all'agitazione. La manifestazione, ha poi detto Thibalult, ha l'importanza e il seguito di quella del 2006 sui contratti di primo impiego “con la differenza che stavolta ci sono molti meno giovani in piazza e tantissima gente impiegata nel settore privato”. Di fronte ad una mobilitazione di queste dimensioni “il governo – ha concluso Thibault – deve sviluppare una nuova consapevolezza e ripensare alle sue misure”. Quello di oggi non è stato, però, secondo il leader della Cgt, “un colpo di collera passeggero”, ma “ci sarà un seguito”.
Dello stesso avviso, Jean-Claude Mailly, del FO che, il quale ha osservato che davanti ad una protesta così larga, “il governo sarebbe irresponsabile a non rispondere” e per Francois Chereque, della Cpe, “ora tocca al governo fare le sue mosse...e intervenire con misure concrete per i salariati”.
Insomma, la palla passa adesso nelle mani di Sarkozy e dell’Esecutivo francese che, fino ad oggi, secondo quanto denunciano i rappresentanti dei lavoratori, si sono occupati principalmente di mettere in salvo dalla crisi economica le banche e le fasce sociali più alte. Ma l’inquilino dell’Eliseo, dal canto suo, fa già sapere di non essere intenzionato a compiere alcun passo indietro. “E’ normale – ha dichiarato Sarkozy – che la gente protesti, è normale che vi siano dei dibattiti”. Il Capo di Stato francese ha affermato di capire “i problemi del potere d'acquisto, delle pensioni, della scuola. Ma devo vedere tutto questo con sangue freddo, con calma, riflettere, non decidere in funzione di quello che c'è scritto sul giornale o di quello che dice chi grida più forte”.
Fonte: dazebao.org

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