giovedì 19 febbraio 2009

Aperta Chiaiano, ora si attende l'arrivo di 1500 militari

di Anna Ferrigno

NAPOLI - A Napoli, causa le temperature basse, in questi giorni è caduta la neve. I fiocchi hanno imbiancato la cima del Vesuvio e diradato quello strato di smog che veste la città ormai da anni. La gente col suo fare sornione ha sorriso alla nuova venuta e ringraziato San Gennaro per il nuovo giorno. Eppure, come in tutte le storie avvincenti, c'è un punto in cui qualcosa va di traverso e trasforma la purezza della neve in ghiaccio fangoso e scuro e San Gennaro da beato e uomo miracoloso in un sordo blocco di marmo.

L'inceppo è giunto insieme alla neve, e data la curiosità per un fenomeno che da queste parti è una rarità – la neve, appunto – per qualche ora non si è badato a tutti quei camion della nettezza urbana che nella notte di lunedì scorso, zitti-zitti, bussando ai cancelli della discarica di Chiaiano, hanno visto il portone aprirsi. Prima di loro, in tuta mimetica e antisommossa erano giunti, sempre in pieno buio, i guardiani della discarica: 200 uomini, tra polizia e carabinieri, pronti a difendere il succulento bottino da ladri, curiosi e affamati in cerca di cibo. Il numero dell'esercito è, tuttavia, destinato ad allargarsi, il Governo ha previsto, infatti, l'invio di circa 1500 persone per sorvegliare ogni giorno la cava. Il costo per l'utilizzo di tanto personale a guardia di un cumulo di immondizia è stimato intorno ai 50mila euro al giorno solo per l'alloggio e il vitto di militari e poliziotti. Se si considera il primato della Campania in fatto di furti, è facile capire perché lo stato italiano tenga tanto alla 'munnezza' di Napoli: ha paura che la camorra possa impadronirsene e depositare la refurtiva chissà in quali luoghi inaccessibili. Perché le balle sono come dei beni rifugio, l'oro o i metalli preziosi ad esempio, col tempo aumentano il valore. E visti come sono saliti i conti in banca di quelli che hanno partecipato al business, significherà di certo che l'affare è redditizio. Il sottosegretario e capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, lo aveva detto da tempo. Erano mesi che si parlava di imminente apertura della cava di Chiaiano, e ora che l'annuncio è diventato realtà si aspetta solo la mossa dei comitati anti-discarica. Le proteste non sono tardate, e già qualche cassonetto dei rifiuti è stato preso di mira, con fuochi, bastonate e cambiamento di 'residenza'. “Sono le teste più calde della rivolta”, ci tengono a sottolineare i manifestanti, prendendo le distanze da persone considerate poco inclini a qualunque forma di dialogo. I comitati, formati da cittadini onesti, continuano la lotta alla Rotonda, in via Cupa del Cane, senza creare disordini o violenza. La loro è una presenza costante, dovuta alla volontà di far conoscere all'esterno come una discarica costruita a pochi metri da forti agglomerati urbani sia una scelta sbagliata che una soluzione geniale. Con molta probabilità la loro protesta resterà inascoltata anche perché Napoli non ha una discarica e da sola produce il 40% dei rifiuti di tutta la Campania. Ad aggravare la situazione, già penosa, è arrivata la recessione che vaglia ogni cosa con parsimonia. Non essendo più possibile trasportare la spazzatura fino in Germania o trasferirla in altre discariche, già completamente sature e poco inclini ad accettare materiale proveniente da questa zona d'Italia, la discarica di Chiaiano resterà aperta e, soprattutto, super presidiata.
Fonte: dazebao.org

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