martedì 24 febbraio 2009

Napolitano “barcocchia” il governo per i tagli all’Università

dalla Redazione di Dazebao

E’ stato quasi un “messaggio al Paese” l’intervento pronunciato dal Presidente della Repubblica per le celebrazioni dei 700 anni dell’Università di Perugia, nel corso del quale ha apertamente criticato le scelte del governo per quanto riguarda gli atenei e la ricerca. Ha affermato che occorre rivedere alcuni tagli che sono stati apportati, tagli “indiscriminati”, e che servono “valutazioni e interventi pubblici puntuali”, più risorse a attenzione per gli atenei che sono “leva di sviluppo”.
Ha sottolineato la necessità di definire le riforme dell’Università evitando pericolose “generalizzazioni liquidatorie”. Occorre guardare con “coraggio” ai problemi della ricerca, anche in riferimento a quanto si sta facendo nel resto dell’Europa. Stizzita la replica del ministro Mariastella Gelmini, la quale richiama la difficile situazione di crisi e, pur condividendo “le preoccupazioni del presidente Napolitano”, in questa fase dice che “è necessario investire il denaro pubblico con grande attenzione e oculatezza”. Poi, negando perfino l’evidenza, afferma che non di tagli si è trattato ma di “eliminare le spese non necessarie accumulate negli anni a causa di gestioni universitarie poco oculate”. L’immancabile Brunetta non ha perso occasione di prendere la parola, affermando che “non ci sono stati tagli indiscriminati, anzi abbiamo salvato l’Italia con la manovra di luglio”. Il presidente della Repubblica, nel sottolineare il suo diritto a fare “richiami pubblici”, non aveva taciuto in merito alla “straordinaria difficoltà per via della crisi economica e finanziaria e dei pesi che l’Italia si porta dietro, tra cui l’ingente debito pubblico. Ma – aveva proseguito – l’esigenza rimane comunque quella di salvaguardare il nostro capitale umano. La ricerca e la formazione sono la leva fondamentale per la crescita dell’economia. Questa è una verità difficilmente contestabile”. Aveva così già dato risposta alle prevedibili sciocchezze della “neo-economista” Gelmini e ad un economista per scherzo, quale il ministro Brunetta. A maggior chiarezza ha aggiunto che occorre evitare “la dispersione di talenti e dei risultati del nostro sistema scolastico e universitario” troppo spesso non tradotti “in occasioni di lavoro e sviluppo. La chiave di volta per risolvere il problema è una accurata politica che sappia tenersi saggiamente in equilibrio tra il rigore della spesa e la necessità dell’investimento lungimirante”. A Gelmini e Brunetta, dopo aver dichiarato il pieno accordo con Napolitano, risponde Paolo Ferrero. “Se il governo Berlusconi – afferma il segretario del Prc – non ha soldi per finanziare università e ricerca, così come la scuola pubblica, metta mano a una tassazione seria dei grandi patrimoni, reintroduca una patrimoniale sulla grandi ricchezze e vedrà che in soldi li trova”. Napolitano ha parlato in un’aula gremita. Ha ricevuto anche il saluto e la solidarietà del rappresentante degli universitari perugini e del movimento Sinistra Universitaria-Unione degli studenti, per la difesa che sta facendo della Costituzione. Più volte in questi giorni, hanno affermato, “messa in discussione con provvedimenti che minano la libertà di scelta di ciascun cittadino. Un grazie “per non essersi piegato alla volontà di pochi”.

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