martedì 24 febbraio 2009

Concluso il referendum nelle scuole. I lavoratori bocciano il nuovo contratto

di Fulvio Lo Cicero
Cisl e Uil hanno cercato in tutti i modi di sabotare uno strumento fondamentale di democrazia, perfino in violazione dello Statuto dei lavoratori. Pantaleo (Flc-Cgil): “Il nuovo contratto non risponde alle attese del mondo della scuola”.

ROMA – Una grande partecipazione di lavoratori ha caratterizzato il referendum voluto dalla Cgil a seguito del rinnovo del contratto di comparto nella scuola italiana, siglato da Cisl, Uil, Snals, Gilda, Confsals, ma non dal sindacato di Corso d’Italia. Il leader Guglielmo Epifani e il segretario della Flc-Cgil Domenico Pantaleo hanno espresso la loro soddisfazione in una conferenza stampa a Roma, dove hanno illustrato e commentato i risultati referendari. “Non abbiamo sottoscritto l’intesa” ha spiegato Pantaleo, “perché insufficiente a recuperare il potere di acquisto dei salari, perché non propone nessuna soluzione al problema del precariato e perché non risponde alle attese del mondo della scuola sul versante professionale”.
Epifani ha espresso tutta la sua soddisfazione perché, ha affermato, “è evidente che i lavoratori della scuola vogliono poter decidere su ciò che li riguarda. E quella dello sciopero è una scelta importante e per noi un segnale di grande coerenza”.
I numeri di coloro che hanno votato fino al 16 febbraio scorso è alto. Su 966.383 aventi diritto al voto nelle sedi di tutti gli istituti italiani, hanno espresso la loro opinione ben il 39% (376.926), con una schiacciante maggioranza di persone contrarie al nuovo contratto (351.053, cioè il 94,65%). Il Presidente della Commissione di garanzia che ha monitorato le procedure di voto, Benedetto Vertecchi, ha dichiarato: “non posso che esprimere il mio apprezzamento per i lavoro svolto, che testimonia della serietà e dell’impegno col quale le operazioni si sono susseguite nei diversi ambiti territoriali”.
Ma sul referendum si sono sollevate numerose e forti polemiche fra la Cgil e i sindacati firmatari del rinnovo contrattuale di dicembre. In una nota congiunta, Cisl, Uil, Snals e Gilda hanno polemicamente sottolineato che “un sindacato responsabile non firma un contratto soltanto quando sa di poterne firmare uno migliore”. Inoltre, aggiunge il comunicato, “è sempre facile giocare ad alzare la posta, ma non è con un referendum bluff che si può ottenere un contratto migliore: un referendum così proposto assomiglia più ad un atto di propaganda che ad un gesto di democrazia”.
La Flc-Cgil ha sottolineato come sia grottesco dichiarare un “bluff” uno strumento essenziale di democrazia come un referendum fra i lavoratori, diretti destinatari di un contratto che, di fatto, “sancisce la riduzione del potere di acquisto per i lavoratori, anziché aumentarlo” mentre i sindacati firmatari “non sentono la necessità di chiedere loro cosa ne pensano”. È già stata avviata, comunica la Flc-Cgil la campagna di informazione per il referendum sul contratto biennale dell’università e la promozione di assemblee sui luoghi di lavoro i riferimento all’ipotesi di riforma delle regole contrattuali, firmata da Governo, Confindustria, Cisl e Uil.
Bisogna segnalare che Cisl e Uil hanno fatto di tutto per impedire l’effettuazione del referendum da parte della Cgil e la stessa partecipazione dei lavoratori alla consultazione. In molte regioni, così come a livello nazionale, i vertici di questi due sindacati hanno diramate vere e proprie “diffide” alle proprie rappresentanze per adoperarsi affinché al referendum non partecipassero i propri iscritti e tutti coloro che non erano iscritti alla Flc-Cgil. Tutto ciò, ha sottolineato Flc-Cgil, in palese violazione dell’articolo 21 dello Statuto dei lavoratori, il quale sancisce chiaramente che il referendum può essere svolto da “tutte le rappresentanze sindacali aziendali tra i lavoratori”, con “diritto di partecipazione di tutti i lavoratori appartenenti alla unità produttiva e alla categoria particolarmente interessata”. Tale norma è stata interpretata in favore del referendum anche dalle direzioni scolastiche regionali che hanno inviato ai dirigenti una specifica comunicazione con l’invito ad agevolare l’effettuazione del referendum.
La presa di posizione di Cisl, Uil, Snals, Gilda, Confanls appare dunque incongrua, soprattutto perché, come affermano questi stessi sindacati, “rappresentano il 71% della categoria” e dunque non avrebbero avuto nulla da temere da una partecipazione dei loro iscritti al referendum. La realtà, secondo Flc-Cgil, è che tale contrapposizione “nasconde una difficoltà politica, che è quella di giustificare la firma di un contratto che impoverisce le retribuzioni dei lavoratori della scuola, con una diminuzione del 32% degli incrementi ottenuti con il contratto precedente, riduce le risorse del Fondo di istituto, legittima le crociate antipubbliche del ministro Brunetta, apre pericolosamente la strada ad un complessivo impoverimento dello strumento contrattuale”.
Fonte: dazebao.org

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