giovedì 19 febbraio 2009

Intervento al Comitato politico federale di Napoli del 17 febbraio. (2)

di Laura Petrone*
Care Compagne e cari Compagni,
ho avuto modo di ascoltare molti interventi e, mi pare, che l’unico elemento davvero trasversale, riguardo alla fase post-scissione, sia proprio la confusione. La vecchia dirigenza d’impronta bertinottiana però ci ha abituati all’utilizzo sistematico della confusione quale strumento per ottenere scopi pseudo-politici e di potere, evitando di misurarsi con l’unica cosa che conta in un Partito: la politica. Direi quindi che non è proprio il caso di sottovalutare questo elemento, né di rassegnarci passivamente a questa eredità scomoda: è giunta l’ora di fare chiarezza! Quando parlo di chiarezza intendo una chiarezza politica, ovviamente… Siamo chiamati a dotarci di nuovi gruppi dirigenti e avvertiamo tutti la necessità di rendere la Federazione di Napoli agibile, non soltanto come luogo fisico, ma anche e soprattutto come luogo di elaborazione politica, di confronto, come luogo deputato alla fase decisionale e organizzativa. La crisi economica e la situazione in cui versano Napoli e il Partito tutto ci mettono di fronte a tale responsabilità, perché non cogliere questa occasione? Abbiamo la possibilità di dar vita ad un nuovo corso della Rifondazione comunista anche a Napoli e in Campania, di far vivere la ‘svolta a sinistra’ anche in questa sciagurata terra, allora facciamolo da comunisti, e cioè a partire dalla partecipazione e dalla politica. Facciamo rinascere il Partito dai territori, coinvolgiamo i Circoli, a partire dai Segretari: cominciamo col convocare anche quelli che non sono rappresentati in questo CPF, lasciamo che le informazioni circolino e facciamo vivere il dibattito interno, misurandolo con la realtà nei singoli territori, altrimenti resta asfittico! In questo modo, confrontiamoci sulla proposta politica che abbiamo da dare a questa città e a questa provincia. Lasciamo che sia quello il discrimine che determini i rapporti di forza al nostro interno, non le contrapposizioni politiciste! Elaboriamo una piattaforma chiara che diventi un messaggio forte sul territorio, almeno su questi punti: la questione morale, la centralità del Partito (perché è necessaria ed urgente una inversione di tendenza rispetto al rapporto attuale tra livello politico e livello istituzionale, così come occorre un salto di qualità organizzativo) e, ultimo punto, occorre ridefinire il nostro rapporto col PD o col Centro-sinistra. Partire dalla politica, quindi, è la via obbligata per ricostruire il Partito e ridargli un po’ di credibilità, ma resta il problema di come garantirci il confronto democratico. La natura della scissione operata dai Compagni di MpS non ci consegna una situazione gestibile con gli strumenti che abbiamo… lo dico senza giri di parole: non ci sono le garanzie democratiche per andare al voto di checchèssia in assenza delle opportune verifiche, la ragione è semplice: il numero dei votanti su quello effettivo degli aventi diritto al voto è il dato essenziale di qualsiasi esercizio di voto democratico, e noi non siamo in grado di stabilirlo a stasera, né domani, né forse prima del prossimo tesseramento! Quest’ultimo potrà essere il primo grande strumento di chiarezza, ed è anche la prima occasione da non perdere per ricostruire il Partito, ma il problema resta: noi non siamo in grado di gestire il Tesseramento 2009 senza organismi dirigenti e senza livello organizzativo. In base a questo ragionamento, e chiudo, intravedo un’unica via d’uscita: quella d’investire gli organismi dirigenti nazionali per gestire questa prima fase di transizione dal post-scissione alla chiusura del Tesseramento, finché non avremo tutti gli elementi di chiarezza che ci permetteranno di dotarci autonomamente dei gruppi dirigenti a partire da un confronto politico democratico. Grazie.
*Membro del Comitato politico nazionale del PRC

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