domenica 15 febbraio 2009

Previdenza: dai diritti si passa alla carità

di Sante Moretti


Si riducono le prestazioni sociali e chi più paga la crisi sono gli anziani e le fasce più deboli. Misure assistenziali ideologiche varate dal governo
ROMA - Nel 2009 in Italia (in Europa ed in America) non ci sarà una crescita della ricchezza, ma recessione. Forse si registrerà qualche diminuzione dei prezzi al consumo per la riduzione del costo del petrolio ed il calo dei consumi, ma continuerà a pesare l’impennata del costo della vita del 2008 (ufficialmente il 3,3%) che ha colpito principalmente i generi alimentari di prima necessità: pasta, pane, latte, frutta, verdura…

Gli Enti Locali stanno riducendo le prestazioni sociali, i servizi ed i sostegni economici ai meno abbienti ed aumentano l’entità del concorso economico per usufruire degli asili e degli altri servizi sociali o introducendo i ticket sanitari come è già avvenuto nella Regione Lazio. Non ci sono segni di ripresa e l’ottimismo del Presidente del Consiglio si sta spegnendo in presenza di una crisi che ogni giorno peggiora la condizione economica e sociale di larga parte della popolazione.
Nello stesso tempo le misure del Governo sono rivolte prioritariamente al sistema economico e finanziario. Sostegno alle banche con concessione di denaro fresco, sostegno alle imprese attraverso la cassa integrazione ed il credito, rottamazione auto e acquisto elettrodomestici se si ristruttura casa, rilancio di grandi opere pubbliche (compreso le centrali nucleari) che provocheranno altri disastri ambientali. Su più di 115 miliardi , a tanto ammontano gli interventi anticrisi varati dal Governo, a favore delle fasce più povere della popolazione sono destinati appena 4 miliardi.

Più colpiti gli anziani
Il corpo sociale maggiormente colpito è quello degli anziani, che sfiorano il 25% della popolazione e vivono in una condizione sempre più precaria.I livelli delle pensioni (media generale) non superano i 1.000 euro al mese. Più di 5 milioni,oltre il 25%, percepisce tra 300 e 500 euro al mese; un altro 50% non raggiunge i 1.300 euro. Le donne ricevono assegni mediamente inferiori del 20% di quelli degli uomini.L’aumento del costo della vita sta impoverendo sempre di più questi uomini e donne che dopo aver lavorato e prodotto ricchezze e profitti per una vita intera si trovano in crescente difficoltà economica e con un futuro sempre più incerto. Non solo, continuano ad essere additati tra i primi responsabili della crisi economica in quanto peserebbero eccessivamente sul bilancio dello Stato.

La scala mobile
L’abolizione della scala mobile è stata un disastro per i salari e le pensioni. Per le pensioni è rimasto in vita un meccanismo che prevede una rivalutazione percentuale delle pensioni e degli assegni sociali, con un anno di ritardo, e sulla base del rilevamento Istat dell’aumento dei prezzi di un certo numero di prodotti (paniere). Le conseguenze sono che negli ultimi 10 anni gli importi delle pensioni perdono in capacità di acquisto tra il 2 ed il 3% ogni anno in quanto il paniere dell’Istat non rileva l’effettiva inflazione ed ignora che la tipologia dei consumi è diversa in ragione dell’età e del ceto sociale. Gli alimentari, le medicine ed i servizi sociali hanno un peso rilevante nella vita degli anziani. Nel 2009 il tasso di inflazione “certificato” dall’Istat è del 3.3%, di molto inferiore a quello reale. Nel concreto significa che una pensione minima aumenterà di 15 euro circa al mese, una da 1000 euro di 33 euro ed una da 5000 verrà aumentata di 150 euro. E’ evidente da un lato la modestia dell’aumento per le pensioni minime, e dall’altro dell’iniquità rappresentata dall’entità della rivalutazione delle pensioni più alte.

La social-card
Il Governo ha escluso un aumento generalizzato delle pensioni e dei salari compreso misure di alleggerimento fiscale.Si è limitato ad istituire la Social-Card, il Bonus-famiglia, quest’ultimo valido per il solo 2009.La Card, 40 euro al mese, viene concessa a quanti hanno un reddito famigliare (sottolineo famigliare) inferiore a 6000 euro annui e compiuto 65 anni o 8000 euro se si superano i 70 anni. La carta verrà automaticamente caricata ogni 3 mesi. La previsione di un milione di Card si è rivelata infondata. Al 31 dicembre 2008 le Card assegnate erano 340.000. Al fondo Card concorrono le donazioni dei privati.La gestione della Card è affidata a Mastercard e non se ne conosce l’onere. La Card è utilizzabile nei soli esercizi commerciali (supermercati) convenzionati. La Card va firmata come pure lo scontrino e l’esercente può chiedere il documento di riconoscimento alla faccia dell’anonimato tanto decantato dal Ministro Saccone. Per utilizzare la Card l’anziano, che non di rado ha acciacchi ed a volte è costretto a letto per lunghi periodi, dovrà cercare l’esercizio convenzionato che quasi sempre è distante dall’abitazione e persino dal comune di residenza. Ma non era più semplice e civile inviare agli anziani che ne hanno diritto direttamente il contributo?

Il Bonus
Altra misura è il “bonus famiglia” per le famiglie povere che varia dai 200 ai 1000 euro.Sono esclusi i lavoratori autonomi. Decisivo è il numero dei familiari ed il reddito. Un pensionato che vive solo riceverà 200 euro a condizione che il suo reddito lordo non superi i 15.000 euro annui. Un operaio con moglie e figlio a carico deve stare entro i 17.000 euro all’anno per riceverne 450. Per un nucleo familiare con più di altre cinque persone se non supera i 22.000 euro di reddito il bonus sarà di 1000 euro. Se in un nucleo familiare vi è un portatore di handicap il reddito di riferimento è di 35.000 euro.Il livello di reddito è stato rimesso in discussione, i 15.000 euro se verranno fortemente abbassati, come propone il Governo per chi non ha famigliari a carico si ridurrà drasticamente il numero dei beneficiari.

Misure classiste ed ideologiche
Questi provvedimenti non solo sono inefficaci ma hanno un carattere classista ed ideologico.Classista in quanto prescindono dal rapporto di lavoro. Sono misure assistenziali di natura provvisoria subordinate al buon cuore dei privati ed alla magnanimità di chi governa. Non sono diritti, si configurano come carità o elemosina. Si codifica nel panorama sociale italiano la categoria dei poveri come un “gruppo permanente” senza diritti esigibili.Ideologico, in quanto basato sulla famiglia e subordinato alla cultura ed alle istanze della Chiesa. E’ infatti il reddito famigliare (sottolineo famigliare) che determina il diritto ad erogazioni monetarie, riduzioni tariffarie, accesso ai servizi.Ogni sostegno, più o meno micragnoso, è concesso in presenza di una famiglia regolare quindi tradizionale. Si punta a far carico della famiglia (e quindi della donna) l’anziano non autosufficiente, l’inabile, il bambino. Ed in questi giorni tornano in campo proposte come il salario e la pensione alle casalinghe, gli asili di pianerottolo o scala, gli incentivi per curare ed assistere l’invalido in famiglia.Approfittano della crisi per sostituire un sistema previdenziale basato sui diritti con uno basato su un’assistenza caritatevole. La denuncia di questo disegno deve essere forte.
Fonte: dazebao.org

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