domenica 8 febbraio 2009

Sindacati di base, nuovo patto e nuovo sciopero

Ieri l'assemblea nazionale a Roma

di Fabio Sebastiani

Un patto "di base" più preciso dal punto di vista organizzativo, una manifestazione nazionale per il 28 marzo e uno sciopero generale da effettuare il 23 aprile nell'ottica del rilancio della piattaforma con iniziative a livello regionale. E' quanto ha deciso ieri l'assemblea unitaria delle tre sigle del sindacalismo di base, Cub, Cobas e Sdl che si è tenuta a Roma. Il patto sarà strutturato sia a livello nazionale che, soprattutto, a livello regionale e consentirà un maggiore raccordo del movimento sindacale. «La situazione di crisi generale necessita di strumenti sindacali sempre più incisivi», sottolinea il leader di Sdl Fabrizio Tommaselli a Liberazione. «Nella giornata dell'assemblea le tre organizzazioni - ha aggiunto Tommaselli - hanno verificato lo stato del patto che avevano già siglato a settembre e lo hanno potenziato e nello stesso tempo hanno indicato dai prossimi giorni un percorso di mobilitazione». E la fine della concertazione che sta travagliando la Cgil? «Siamo abituati alle fasi tattiche di differenziazione della Cgil e quindi riteniamo che la situazione attuale del sindacato è sicuramente da monitorare. Però non riteniamo che sia in atto un cambiammento reale della politica della Cgil ma un riequilibrio delle forze in campo all'interno del sindacalismo confederale». Per Paolo Leonardi, della Cub, l'assemblea di Roma ha segnato «un passaggio importante nelle relazioni tra le organizzazioni e il suo quadro dirigente». «La consapevolezza che la fase di crisi che non durerà pochi giorni - ha dichiarato Leonardi a Liberazione - impone la costruzione del massimo di unità possibile tra le forze del sindacalismo di base. Importante anche la disponibilità alla mobilitazione e alla lotta attraverso l'accettazione della proposta sia della manifestazione nazionale a Roma sia della decisione di proclamare uno sciopero generale sulla piattaforma rinnovata dal basso varata nel corso dell'assemblea». «Questo è quello che è possibile - ha concluso Leonardi - probabilmente non è ciò che sarebbe necessario ma i processi di relazione tra soggetti simili ma diversi hanno bisogno di maturare in tutti». La piattaforma del sindacalismo di base prevede i seguenti punti: blocco dei licenziamenti; riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario; aumenti consistenti di salari e pensioni, introduzione di un reddito minimo garantito per chi non ha lavoro; aggancio dei salari e pensioni al reale costo della vita; cassa integrazione almeno all'80% del salario per tutti i lavoratori/trici, precari compresi, continuità del reddito per i lavoratori "atipici", con mantenimento del permesso di soggiorno per gli immigrati/e; nuova occupazione mediante un Piano straordinario per lo sviluppo di energie rinnovabili ed ecocompatibili; piano di massicci investimenti per la messa in sicurezza dei luoghi di lavoro e delle scuole, sanzioni penali per gli omicidi sul lavoro e gli infortuni gravi; eliminazione della precarietà lavorativa attraverso l'assunzione a tempo indeterminato dei precari e la re-internalizzazione dei servizi; piano straordinario di investimenti pubblici per il reperimento di un milione di alloggi popolari, tramiteutilizzo di case sfitte e mediante recupero, ristrutturazione e requisizioni del patrimonio immobiliare esistente; blocco degli sfratti, canone sociale per i bassi redditi; diritto di uscita immediata per gli iscritti/e ai fondi-pensione chiusi. «Questa Piattaforma non vuol essere un "libro dei sogni" - si legge nel testo - ma un richiamo concreto agli obiettivi fondamentali che il sindacalismo di base intende perseguire. Ma è necessario anche e soprattutto iniziare a dare risposte concrete attraverso iniziative e campagne generali. Per questo motivo abbiamo individuato quattro temi fondamentali sui quali puntare e rispetto ai quali è necessario impegnare le nostre strutture ed individuare in tempi brevi iniziative specifiche: Reddito, precariato, occupazione, licenziamenti, orario di lavoro, beni comuni, energia e ambiente, diritto alla casa, democrazia sindacale».
Fonte: Liberazione

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