martedì 10 febbraio 2009

Eluana Englaro è morta

di Alessandro Cardulli

UDINE - Alle 20.10 Eluana è morta nella clinica “La Quiete” di Udine, mentre al Senato si discuteva sul ddl presentato dal governo. Niente lasciava supporre l'imporvviso peggioramente dello stato generale della donna. Proprio in quelle ore circolavano ancora e con insistenza notizie in merito a sequestri delle stanze dove stava operando l'equipe dei medici, ordinanze o provvedimenti simili dalla Regione, addirittura si è parlato di una messa in stato di accusa della clinica per reati addirittura di reati penali. Nel frattempo qualcosa stava avvenendo e i sanitari si sono resi immediatamento conto che si andava verso la "dolce morte".
Che la morte sia stata improvvisa lo ha confermato Carlo Alberto De Fanti, il neurologo che da anni ha seguito il tormentato percorso della vicenda di Eluana. La notizia si è rapidamente diffusa ad Udine ancor prima della conferma ufficiale. Sono stati prima i sanitari e poi Beppino Englaro. Poche parole da parte di quest'uomo coraggioso. Beppino piange mentre dice: "Sì, ci ha lasciati. Ma non voglio dire niente, voglio soltanto stare solo. Ho fatto tutto da solo. L'ho portata a questo livello e voglio finire da solo". E poi ha rivissuto la giovinezza di Eluana, il suo sorriso la sua bellezza anche quando diceva:"La morte fa parte della vita". Si pone così fine ad una tragedia durata per 17 anni. Beppino Englaro, il ‘padre coraggio’, non ha mai lasciato niente di intentato per rispondere a quanto Eluana, così come hanno più volte detto anche alle sue amiche, aveva chiesto. Lei non voleva vivere in uno “stato vegetativo”. Ci sono volute ben otto sentenze della magistratura, fino quella della Cassazione, che avevano autorizzato la sospensione dell’alimentazione e dell’idratazione per dare finalmente pace ad Eluana. E’ di questi giorni la cronaca tormentata, con il tentativo del governo, di Berlusconi in prima persona e del ministro Sacconi, di impedire che questa Odissea tremenda avesse fine. Fino a poche ore prima, la clinica La Quiete è stata bersaglio di ogni tipo di intimidazione, pressione e di ricatto perché non fosse data attuazione al protocollo stabilito dai giudici di Milano. La notizia è arrivata al Senato. L’aula ha osservato un minuto di silenzio. Secondo quanto affermato dal Presidente del Senato, Renato Schifani, il ddl dovrà comunque proseguire il suo iter parlamentare. A noi sembra una decisione che, se confermata, sarebbe assurda. Una nuova offesa ad Eluana, perché il disegno di legge, nonostante le dichiarazioni, era esclusivamente finalizzato a dare seguito ad una tragedia senza fine. Proprio per rendere omaggio a questa donna ed alla famiglia, pubblichiamo gli articoli precedentemente scritti. A Eluana e a Beppino tutti noi dobbiamo qualcosa: l’insegnamento di una battaglia permanente per i diritti civili e per la dignità della persona.

Le lacrime di coccodrillo
Proprio poche ore fa da immagini trasmesse sul piccoloo schermo si poteva leggere "Beppino boia". Questa scritta era comparsa su il muro che circonda la clinica "La quiete". Era comparsa durante una manifestazione organizzata da associazioni che si definiscono cattoliche. Oggi queste associazioni, il mondo della chiesa, ministri e parlamentari che hanno offeso in ogni modo Beppino Englaro esprimono "Profondo dolore". Così si è spresso per esempio Silvio Berlusconi, colui che, con ogni mezzo ha tentato di far continuare all'infinito il calvario di Eluana e della famiglia Englaro. Ma il presidente del Consiglio non riesce, malgrado le lacrime di coccodrillo, a offendere ancora una volta la famiglia e ora la memoria di Eluana. "E' grande il rammarico - afferma- che sia stata impossibile l'azione del governo per salvare una vita". E' implicita l'accusa a tutti coloro che hanno condiviso le scelte di Beppino Englaro di essere degli assassini. Poi ci sono quei parlamentari che hanno avuto l'ardire di affermare che loro "non avrebbero ucciso una figlia". Inutile fare nomi. Basta rileggere i giornali berlusconiani di questi giorni per capire chi sono. E anche il Presidente del Senato, con una ipocrisia degna di miglior causa, aveva invitato Beppino Englaro a ripensare. Già sono scesi in campo gli alti prelati, coloro che in questi giorni hanno accusato la famiglia Englaro di ogni nefandezza. Ora auspicano che Eluana voli in cielo."Che il signore l'accolga e perdoni chi l'ha portata a questo punto." E' il primo commento di Javier G. Lozano il quale è stato tra i più accaniti accusatori di beppino. Mentre invoca il Signore sprizza veleno in ogni parola che pronuncia. Afferma chese l'intervento umano si fosse rivelato decisivo per la morte di Eluano "continuerei a ritenerlo un delitto". Poi ancora veleno indegno per un altro prelato della chiesa cattolica. Insinua il sospetto che la morte di Eluana sia dovuta non alla sospensione dell'alimentazione e dell'idratazione ma "per cause diverse". Bontà sua esclude la scomunica per chi l'ha aiutata a morire. Ora sarebbe giusto che il silenzio calasse su questa vicenda. Un modo per onorare la memoria diuna giovane donna che non c'è più, che non c'è stata per 17 anni, che non era più quella che compare nella foto di tutti i giornali. Ma non sarà così. Sono troppo in questo paese ad aver perso perfino il senso del rispetto per gli altri. Per una donna che è morta. Per un padre che l'ha pianta per 17 anni e che la piangerà per tutta la sua vita. Dimenticare per lui e anche per noi per tutti coloro per i quali Eluana è diventata un simbolo sarà impossibile.
Fonte: dazebao.org

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