giovedì 12 febbraio 2009

Una proposta: costruiamo “Assemblea generale dei lavoratori dell’auto”

di Alessandro Favilli* e Giuliano Pennacchio**
Lo stabilimento di Pomigliano di FIAT soffre una forte crisi di prospettiva. Il piano di modernizzazione voluto dall’amministratore delegato Sergio Marchionne, ha rivoluzionato l’organizzazione del lavoro e finanche ribattezzato il sito intitolandolo a “Giambattista Vico”, quasi per ipotizzare una nuova rinascita illuministica. Ma non è stato così. I modelli di automobili che si producono risultano essere vecchi o non appetibili per il mercato. La 147 viene prodotta dal 2000 e presto verrà dismessa; la 159 fa fatica a decollare nelle vendite; i nuovi modelli forse verranno assegnati allo stabilimento di Cassino. L’amministratore delegato di FIAT dovrebbe avere oggi la decenza di chiarire quali siano le scelte future per le aree del Sud.
Il Governo Berlusconi tende di scaricare i costi della crisi sulle Regioni sottraendo i fondi della formazione professionale e abbandona i precari ed i lavoratori dell’indotto fomentando nuove guerre tra poveri.
Per Pomigliano, è stata lanciata dalle pagine di Liberazione, una proposta interessante: rinnoviamo il parco taxi del Meridione con auto elettriche prodotte dalla FIAT e dagli stabilimenti meridionali; la proposta deve essere fatta propria dall’intero Partito e rilanciata sul piano generale ; per l’intera FIAT, occorre una grande piano di riconversione ecologia, che punti a produzioni innovative su larga scala e che tenga conto di un Piano generale per una diversa mobilità in tutta Europa, uno dei pilastri di un’ ”altra” industria.
La rabbia dei lavoratori di Pomigliano è dovuta innanzitutto a questa crisi di prospettive; in una regione come la Campania dove il futuro per il lavoro è a tinte fosce. La manifestazione di giovedì 5 febbraio , che ha visto l’odioso intervento repressivo della polizia s’inserisce dentro un clima di crescente mobilitazione e di disponibilità alla lotta che come partito dovremmo indagare di più. Abbiamo il compito di dare risposte efficaci ai lavoratori. Da i circoli,a tutti i livelli del PRC, ai rappresentanti istituzionali, dovremmo essere in grado di costruire quella intelligenza collettiva di gramsciana memoria.
Solamente alla FIAT-Auto di Pomigliano nel 1991 quando fu fondato il PRC avevamo un circolo con centocinquanta compagni. Oggi non abbiamo un circolo di fabbrica in quella realtà, vi è sono solo un circolo con alcuni iscritti per l’area industriale più importante della Campania, che dobbiamo sostenere e difendere ma anche espanderne l’esperienza. Una delle nostre ragioni costituenti è tentare di creare le condizioni affinchè i lavoratori e le loro lotte contino di più nella società, nel partito. Ormai,la richiesta di un ritorno ad un maggior peso politico dei lavoratori viene ribadito anche dentro le assemblee sindacali. Senza farsi grandi illusioni,forse, il vento sta cambiando anche tra le tute blue. Ricostruire una nostra presenza nel mondo del lavoro è una priorità strategica e non più rinviabile ed in questo senso ci stiamo adoperando per dare agibilità politica al coordinamento nazionale dei lavoratori del PRC del Gruppo FIAT, (da Mirafiori, a Melfi a Cassino, passando per Pomigliano fino a Termini Imerese) che è convocato per il 21 Febbraio.
Ci piacerebbe concludere con una proposta. Per Pomigliano e per la FIAT dovremmo immaginare la costruzione di una sorta di “Assemblea generale dei lavoratori dell’auto”, magari da tenersi a Pomigliano. Proponiamo, in definitiva, di mettere insieme lavoratrici e lavoratori, sindacati istituzioni, partiti ed associazioni per far fronte ad una crisi che non riguarda solo uno stabilimento, un comparto, ma bensì uno degli snodi dell’economia dell’intero paese.
Fonte: Liberazione

*Responsabile Nazionale del PRC “Grandi Gruppi Industriali”
**Dipartimento Lavoro Nazionale PRC

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