martedì 10 febbraio 2009

Scuola: “A.A.A. Cercasi punteggio disperatamente”

di Anna Ferrigno

CASERTA - La maestrina dalla penna rossa di Edmondo De Amicis nel libro “Cuore” si rivolterebbe nella tomba nel vedere cos'è diventata oggi la scuola italiana: un campo minato da attraversare al buio, magari con una benda nera sugli occhi e una pistola puntata dietro la schiena. La trasmissione di Rai 3, “Presa diretta”, andata in onda domenica scorsa, è solo un piccolo spaccato di quella che è la condizione di migliaia d'insegnati precari del sud Italia.

Nella Campania Felix c'è poco da sorridere perché il mare è inquinato e il cielo negli ultimi mesi brulica di nubi grigie. Qui tra precariato e inoccupazione si è aperta una voragine così profonda, che guai a caderci dentro: dal tunnel della disoccupazione non si esce facilmente. Gli insegnanti fanno parte di quel grande esercito che combatte contro un solo nemico. Un essere incredibile, capace di moltiplicarsi in un giorno e dimezzarsi in un altro: il punteggio in graduatoria. È un assillo. E si fa di tutto pur di conquistarsi un mezzo punto in più, come quello di lavorare gratis. Perché se le scuole pubbliche hanno problemi di bilancio e le porte invece di aprirsi si chiudono, quelle private hanno tutti i portoni aperti purché non si chieda i contributi, lo stipendio, insomma nulla a pretendere. In questo modo i diritti dei lavoratori sono continuamente calpestati perché per sopravvivere si è costretti a scendere a patti col diavolo, un demone che assume spesso le vesti di preside, e che negli istituti paritari recluta risorse umane viste più come schiere di dannati da punire con cattedre nei gironi più infimi dell'Inferno Scuola, che educatori.Che punteggio ha l'istruzione per il Governo italiano? Da quanto sembra, molto basso. E visti i tagli in questo settore le previsioni sono ancora più nere. Le supplenze nemmeno a vederle da lontano, e pensare che molti degli insegnanti visti scivolare fra le immagini delle telecamere di “Presa diretta” sono persone che il mondo del lavoro non accoglierà mai più, perché o troppo adulte o troppo giovani o peggio eccessivamente preparate. A volte una laurea non basta: occorre di più; il mercato del lavoro pretende, a causa di una concorrenza spietata, giocata all'ultimo punto, in questo caso all'ultimo titolo. Le Università si arricchiscono con corsi di abilitazione e tasse di partecipazione al relativo concorso, esose. E, visto l'alto tasso di disoccupazione dei laureati italiani nessuno assicura che sono soldi spesi bene. Ci sono zone del sud Italia completamente abbandonate, dove insegnati, presidi, bidelli con i pochi mezzi a disposizione prelevano i ragazzi dalle strade e li riportano sui banchi scolastici. Personale che avrebbe reclutato con molto piacere la delinquenza. Ma come fare ora che soldi non arrivano più. Ora che l'istruzione è stata bandita perché pericolosa. Ora che quell'immagine di un bambino africano fra banchi rotti di una scuola “appezzottata” non è così tanto lontana dalla realtà nostrana?
Fonte: dazebao.org

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