mercoledì 18 febbraio 2009

Pubblico impiego: le bugie di Brunetta dopo la valanga di No e della piazza

di Anna Maria Bruni

94,6% di No è il risultato del referendum “test” voluto dalla Fp. Carlo Podda risponde al ministro: “La Cgil non è rappresentativa? Convochi il referendum”
ROMA - I risultati del referendum non lasciano equivoci: i tre comparti del pubblico impiego (ministeri, parastato, e agenzie non economiche) che si sono espressi sull’accordo separato, hanno detto No al 94,6%.

E hanno fatto anche la prova del 9 con la partecipazione allo sciopero: il 13 febbraio son tornati i conti alla perfezione. I dati sono ancora parziali, ma già si può dire che è stata registrata un’adesione di oltre il 60%.Dati parziali perché devono tener conto dei turni, per esempio, come negli ospedali, e che quindi richiedono un vaglio più accurato di quanto non faccia il ministro Brunetta, quando spara un’adesione al “7,94%”, cosa che dimostra ancora una volta l’orizzonte limitato del titolare del dicastero della pubblica amministrazione, che non sarebbe riuscito a vedere oltre neanche se fosse stato in piazza. Ma le bugie del ministro non finiscono qui. “Che fine ha fatto l’indennità di vacanza contrattuale di 160 euro – chiede Carlo Podda, leader Fp-Cgil - promessa dal ministro ora che tutti sanno che è di 80 euro? Che fine hanno fatto gli aumenti dei dipendenti pubblici a gennaio?” e sottolinea “forse agenzie fiscali e statali li riceveranno, di certo non quelli dei comparti sanità, scuola e enti locali”.E le agenzie fiscali sono uno dei tre comparti che ha bocciato l’accordo. Evidentemente non bastano solo i soldi in busta paga, pure sacrosanti davanti al costo della vita, per firmare un accordo, occorre rispetto del lavoro, e l’ultimo messo sul tavolo contrattuale manca di dignità, perché umilia la professionalità di tutti quei lavoratori che nel settore pubblico sostengono un servizio, come diceva una lavoratrice del servizio sanitario per disabili in piazza. “Ci vuole amore per accudire, pulire, lavare, assistere un disabile” diceva, qualcosa che certo non si può monetizzare. Ma tutelare con un contratto che restituisca il rispetto per questo lavoro sì.Nel frattempo l’udienza davanti al Giudice del lavoro di Roma relativa al ricorso per mancata rappresentatività nella sigla dell’ipotesi di accordo per il Ccnl per gli enti pubblici non economici è stata aggiornata per approfondimenti, e mentre l’Aran (agenzia per la rappresentanza negoziale delle Pa di parte governativa) ha già convocato la Fp-Cgil per la firma definitiva mercoledì 18, la categoria dei pubblici della Cgil chiederà “uno slittamento della firma poiché c’è un giudizio in corso – fa sapere Alfredo Garzi, segretario nazionale Fp - e poiché c’è stato un pronunciamento forte e chiaro delle lavoratrici e dei lavoratori”. E Carlo Podda rincara la dose: “Se Brunetta vuole davvero dimostrare che la posizione della Cgil non è rappresentativa” convochi il referendum, lancia la sfida, “con le stesse modalità previste per le elezioni Rsu”. Ma il ministro preferisce glissare l’argomento, troppe risposte mancano all’appello. Non solo gli aumenti che non ci sono, ma anche la riduzione della pensione Inpdap “che in alcuni casi è arrivata al 40%”, continua il segretario della Fp, “per ben 235.000 pensionati nella sola giornata di ieri, a causa dell’applicazione demenziale che l’Inpdap ha fatto della normativa sull’autocertificazione dei redditi dei pensionati. Chiedo di sapere quali provvedimenti il ministro intenda prendere – conclude Podda – nei confronti di chi ha la responsabilità di questo clamoroso danno perpetrato ai danni di centinaia di migliaia di persone che sono sicuramente già in una situazione economica di grave difficoltà”.Ma il ministro tace. Non ha neanche rilasciato commenti sulla proposta lanciata dalla Cgil di tassare i redditi oltre i 150mila euro, per due anni, per sostenere i redditi penalizzati dalla crisi, in particolare disoccupati e precari. Probabilmente non ne ha bisogno, dal momento che si sono già spesi con una bocciatura i supporters del suo accordo, Bonanni e Angeletti.
Fonte: dazebao.org

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