sabato 14 febbraio 2009

Sciopero. Con le lotte dei lavoratori, per una politica anti-crisi

di Gianluigi Pegolo*

Lo sciopero della FIOM e della Funzione pubblica CGIL costituisce un momento fondamentale della lotta dei lavoratori italiani contro le politiche del governo Berlusconi, per la difesa del lavoro e dei suoi diritti. La straordinaria partecipazione alla manifestazione di piazza S. Giovanni a Roma sta a dimostrare come l’appello delle due organizzazioni sindacali sia stato largamente raccolto dai lavoratori e che vi è, oggi, una domanda sociale che preme per una svolta della politica economica del governo nella direzione di un intervento efficace contro la crisi.
Dalla mobilitazione odierna, oltre alla partecipazione di massa, è emerso uno schieramento sociale ampio, in cui importantissima è la presenza di moltissimi giovani e studenti che con alcune loro organizzazioni avevano dato l’adesione all’iniziativa. Vasta anche la presenza della sinistra politica, in primo luogo di Rifondazione Comunista, e significativa la differenziazione che si è prodotta all’interno del Pd, con un pezzo del partito in piazza e il resto a casa. Da questa iniziativa emerge in tutta evidenza la centralità che sta acquisendo la CGIL nella lotta contro la crisi e per la difesa dei diritti dei lavoratori, a partire da alcune delle sue organizzazioni più combattive. Grave invece è la posizione assunta da CISL e UIL, che per bocca dei loro dirigenti non trovano di meglio che continuare a polemizzare con la CGIL, rea di non aver approvato quell’accordo che sancisce l’indebolimento del contratto collettivo nazionale di lavoro. Le richieste avanzate con questo sciopero generale costituiscono un riferimento importante per la costruzione di una piattaforma contro la crisi. Dal blocco dei licenziamenti all’estensione degli ammortizzatori sociali, dalla lotta alla precarietà alla difesa del sistema del welfare, dall’intervento a sostegno del reddito, all’inasprimento fiscale per rendite ed alti redditi, dalla valorizzazione delle produzioni ecocompatibili, allo sviluppo delle aree più deboli del Paese. A questo punto è la sinistra politica che deve fare la propria parte. In questo paese non c’è ancora una opposizione adeguata e ciò è in larga misura dovuto alla collocazione ambigua e moderata del Pd. Ciò è tanto più grave nel momento in cui il governo, accanto alla rinuncia a contrastare la crisi e alla volontà di spezzare la resistenza dei sindacati più combattivi, tenta di affossare la Costituzione e agisce per determinare torsioni autoritarie in campo sociale. Lavorare per l’unificazione della lotta, per la sua qualificazione, sostenendo sindacati e forze sociali in lotta. Questo è il primo compito di una sinistra vera.
Fonte: sinistracomunista.it

*Segreteria nazionale PRC - Responsabile area Democrazia e istituzioni

Nessun commento:

Posta un commento