martedì 10 febbraio 2009

Lazio e Campania. Quaranta arresti di camorra

di Mariafrancesca Ricciardulli

Sequestrati beni per un valore di 80 milioni di euro. Dal clan dei Casalesi a Ciro Maresca. Operavano a Roma, Frosinone, Latina e Caserta. Due anni di indagini
ROMA - Due anni di indagini, oltre 500 militari impegnati, 40 ordinanze di custodia cautelare emesse dal Tribunale di Roma, su richiesta della Direzione Distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Roma diretta dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, in 31 sono finiti dietro le sbarre e 9 ai domiciliari, altre 33 persone indagate a piede libero, sequestrati beni per un valore di 80 milioni di euro.

Le accuse sono di associazione mafiosa, riciclaggio, estorsione, false fatturazioni ed evasione dell'Iva. Questi i dati della maxi operazione condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma che ha permesso di individuare una cosca mafiosa di stampo camorristico attiva in varie attività illecite dislocate nelle province di Roma, Frosinone, Latina e Caserta e di sgominare in particolare due autonomi sodalizi criminali. Nel dettaglio, l'operazione ha consentito di disarticolare un sodalizio criminale mafioso facente capo a Gennaro De Angelis, confederato al clan dei Casalesi, il quale operava in provincia di Frosinone, Latina e Roma. Grazie ad estorsioni, truffe, riciclaggio, ricettazione, importazione intracomunitaria di autovetture in regime di evasione d'Iva, negli anni il suo clan aveva realizzato un vero e proprio impero economico, acquisendo la gestione di numerose attività commerciali e imprenditoriali. L'altra associazione per delinquere colpita dalle indagini della Procura e dei Carabinieri fa capo al noto pregiudicato Ciro Maresca, originario di Castellammare di Stabia e soprattutto fratello di Pupetta, una delle più famose “madrine della camorra”, la splendida ragazza bruna che il 16 luglio del 1955 uccise a colpi di pistola Antonio Esposito perché ritenuto essere il mandante dell'omicidio di suo marito, “Pascalone 'e Nola” , la stessa donna che nel 1982 addirittura osò sfidare Raffaele Cutolo. A carico di Ciro Maresca e di tre dei suoi affiliati, l'accusa di truffa, estorsione, ricettazione e riciclaggio.

Maresca operava a Roma mediante estorsioni e espropri di autovetture ai danni di imprenditori attivi nel commercio dell'auto. Si rivolgeva alle sue vittime con minacce e intimidazioni avvalendosi della sua vicinanza ai clan camorristici. È stato arrestato in una via vicino al Pantheon, a Roma. Un collegamento tra i due clan, come emerso dalle indagini, sono i tre fratelli Morra, Massimo, Carmine e Antonio. I tre originari di Cassino, nei primi anni dell'attività di De Angelis a Cassino - che si era trasferito lì negli anni '70 - operavano con lui. Poi, spiegano i carabinieri, per dissidi e motivi di sicurezza si sono trasferiti a Roma e hanno iniziato il sodalizio con Maresca. Anche per l'organizzazione di Ciro Maresca, i militari stanno procedendo al sequestro preventivo dei beni, in esecuzione del decreto emesso dal Gip del Tribunale di Roma. Le indagini, sono state condotte nel corso dei due anni grazie all'ausilio di intercettazioni telefoniche e dei collaboratori di giustizia.

MARRAZZO - «Desidero complimentarmi con i carabinieri del Nucleo investigativo di Roma e quelli delle province di Frosinone, Latina e Caserta per la brillante conclusione della lunga indagine che, dopo due anni di lavoro, ha portato allo smantellamento di un'organizzazione di stampo camorristico, alleata con i Casalesi, che operava nel basso Lazio. Le ordinanze di custodia e l'ingente valore dei beni sequestrati ai malavitosi rendono sempre più evidente la necessità di continuare a lottare senza abbassare la guardia contro la presa tentacolare che le organizzazioni di stampo mafioso cercano di stringere sul nostro territorio, tentando di soffocare la vita quotidiana di imprenditori, commercianti e comuni cittadini. La Regione Lazio ha fatto della lotta per la legalità uno dei punti cardine della sua azione e non cambierà direzione, in piena collaborazione con le forze dell'ordine, appoggiando in ogni modo possibile la loro meritoria azione». Lo dichiara, in una nota, il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo.
Fonte: dazebao.org

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